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Un viaggio nella mia fantasia canina

 

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Nota 2: la Leadership secondo per secondo


  Ritornando all'uso del Guinzaglio, abbiamo due condizioni possibili nell’uso del guinzaglio:

 

1)     il guinzaglio in tensione comunica sempre qualcosa e quindi il cane è sotto stimolo.

2)     Il guinzaglio allentato invece rappresenta esattamente l’opposto, l’assenza di stimoli e quindi non stiamo dicendo niente


La seconda regola pone una questione determinante per l’equilibrio sociale del cane all’interno del vostro “Gruppo-Famiglia” e per capirlo dobbiamo imparare a pensare con il punto di vista del cane e immaginare il suo modo di vedere le varie situazioni e a come egli legge i nostri comportamenti, e ricordandoci che anche il suo punto di vista é in evoluzione continua incominciando da quando è cucciolo fino ad arrivare al cane adulto e, addirittura, anziano.

 

Ricordatevi che il cane è una macchina per imparare e continuerà ad evolversi fino al suo ultimo respiro cercando di cogliere da noi il senso della sua vita.

 

Ritornando alla seconda condizione:  Se il cane è privo di stimoli, perché il proprietario ha il guinzaglio allentato, ovvero il cane è in una situazione neutrale, ma all’interno del “cerchio di fiducia” del proprietario, rappresentato dalla lunghezza del guinzaglio, questo significa anche che qualunque cosa faccia il cane, ad es. tentare di stabilire una relazione sociale verso l’esterno del cerchio o stabilire una gerarchia con un altro cane, in avvicinamento, attraverso segnali espressivi e comportamentali, il suo comportamento diventa anche, contemporaneamente, una messa in discussione della autorità del proprietario la cui posizione dominante, quale Partner Sociale di Riferimento, in tale modo, viene messa in discussione, sfidata e/o, per lo meno, non rispettata dal cane.

Se capita che il cane prende l’iniziativa e fa di testa sua, senza aspettare il consenso del proprietario, questa situazione diventa una specie incidente diplomatico, che deve subito trovare una pronta risposta coerente e decisa del proprietario al quale conviene  ristabilire immediatamente l’equilibro sociale del Gruppo messo alla prova dal comportamento irriverente del cane, per quanto questa azione, del cane, ci possa sembrare del tutto minimale e poco significativa dal nostro punto di vista dei valori.

Se, questo genere di incidenti, invece, venissero trascurati e continuamente ignorati e/o sottovalutati dal proprietario, egli rischierebbe di compromettere la sua posizione di dominante, rendendosi disponibile, col tempo, e in forma sempre più evidente, ad una crescita di anarchia del cane con la tensione a comportamenti miranti ad una detronizzazione e/o per lo meno che indurrebbero, il cane, a provare un tentativo di arrampicata sociale.

La percezione, del cane, delle incapacità gestionali del Partner Sociale di Riferimento ovvero del proprietario ( al quale normalmente sfugge completamente questa situazione di progressiva e minimale crisi sociale che, per lui, diversamente che per il cane, sembra inesistente, normalmente giustificata come una “ragazzata”, e del tutto occasionale e priva di doppi sensi o secondi fini) considerata inadeguata e debole da un punto di vista politico (tutto canino!) verrebbe interpretata come una situazione di crisi, nella capacità di gestione del Gruppo famigliare, da dover ristabilire in fretta e con un nuovo equilibrio ottenibile solo con un tentativo, più o meno evidente, nella sua misura ed entità, (e in proporzione alla vostra trascuratezza di presa di posizione) di una nuova ricomposizione e riqualificazione della scala gerarchica e in cui il cane si pone come soggetto concorrente.

Dobbiamo capire il punto di vista del cane che non è meramente Politico ma Socio-Biologico,  e l’equilibrio sociale è un bisogno fondamentale del suo essere.

Per il cane la mancanza, o l’instabilità, di governo lo costringe ( in relazione allo spazio concessogli) a cercare di ricomporre la gerarchia assumendosi personalmente la responsabilità gestionale del Gruppo Famigliare.

Più il cane ha una personalità già tendente all’affermazione e più in modo veloce e serio avviene questo meccanismo e più velocemente è il consolidamento delle mini-vittorie del cane e della sua conquista di una  posizione sempre più dominante, con a seguito tutte le manifestazioni comportamentali che la determinano e la configurano, e che, normalmente, non sono affatto piacevoli e cortesi, ne tolleranti, e minano l’armonia e la serenità nei rapporti famigliari del Gruppo e nella competizione sempre più accesa con il vecchio ex-Leader, ovvero il proprietario, che si troverà sempre più in conflitto con il comportamento del cane anch’egli nel tentativo, per necessità, di ristabilire una riconquista del potere di governo sul cane.

Ma riconquistare quanto si è già perso, nei rapporti gerarchici con il proprio cane, non è così facile perché il cane lotterà tanto più strenuamente, per difendere la posizione e l’autorità conquistata, quanto più tempo è passato dal momento che è avvenuto il “Golpe Politico” e tanto più si è temprato il carattere del cane nelle varie, più o meno piccole e/o più o meno importanti, battaglie vinte nei nostri confronti e nei confronti del Gruppo Famigliare.

Quindi è molto importante non trascurare queste situazioni dandogli il giusto peso in base alla manifestazioni comportamentali e alla loro frequenza ed estensione anche agli altri livelli sociali e nel caso si percepisca un eccessivo maturare della personalità del cane con eccessi di dominanza nei nostri e altrui confronti è sempre meglio essere tempestivi nel rivolgersi ai vari Specialisti Comportamentali o Educatori Cinotecnici.

Non dimenticatevi dell’Allevatore che vi ha ceduto il cucciolo perché è la prima Figura Professionale che vi può indirizzare, per esperienza e competenza, verso un’operatore qualificato in base alle particolarità specifiche del problema nascente e magari vi può già dare anche qualche primo consiglio pratico utile.

Purtroppo questa situazione nasce e si evolve a volte in modo lento e subdolo e all’ombra della normale quotidianità, e del tutto impercettibile all’attenzione del proprietario (che di fatto, ha una incrollabile certezza nella fiducia del cane, e non sente la necessità, e non si pone neppure il problema, di dover dimostrare continuamente la sua posizione di capo, secondo lui, del tutto indiscutibile e data per  scontata) che perderà così continue piccole battaglie ogni qualvolta lascia perdere e non rivolge alcuna attenzione, e tantomeno pensa di dare una risposta concreta, a questi micro segnali di rivolta e/o di affermazione di dominanza.

Una situazione che finisce così a rafforzare sempre di più la sicurezza e la tempra del cane costruendo, man mano, nel tempo, un soggetto sempre più forte, determinato e sempre più pronto a dominare.

In questo modo finisce che il cane  vive una vita parallela, a quella del proprietario, dove egli si convince (leggendo i fatti reali, dal suo punto di vista di cane) di essere il Leader del Gruppo e come tale finirà per affermare anche i suoi diritti e (sempre secondo il suo punto di vista di cane) “doveri” su coloro che fanno parte del Gruppo e, ovviamente, anche verso l’esterno imponendo le proprie regole e reagendo a eventuali subordinazioni e/o sfide ( sempre secondo lui, e correttamente dal suo punto di vista di cane!) come farebbe un vero capo dominante.

Eccoci, così, ben presto, arrivati al peggio, ovvero aver costruito, involontariamente, senza accorgesi di nulla, un cane prepotente, odioso e intollerante, aggressivo e pronto a litigare con tutti compreso il suo proprietario… e il peggio è, appunto, che, normalmente, questa situazione può scoppiare in un momento di banale quotidianità, apparendo, nella sua esagerazione, tutta d’improvviso senza che nessuno immaginasse e tantomeno potesse accorgersi di quanto stava per avvenire e così creare dei risvolti più o meno drammatici, come ad esempio morsicature da comportamenti da possesso, distruttività da conflitti di gerarchia, difesa immotivata ed eccessiva (per noi) del nucleo famigliare e aggressività da dominanza espressa in modo esagerata proprio e soprattutto al guinzaglio (per i motivi detti prima).

Attenti, quindi, bisogna evitare di far maturare questa situazione affrontandola, di volta in volta, ( alle  micro sfide, del cane, normalmente bastano micro risposte adeguate per sedare l’incomprensione) quando basta poco o niente per distrarre il cane e attirarne l’attenzione e valutando bene il suo comportamento e cercando di rispondere a questo in modo adeguato e in linea con il modo di vedere del cane, cercando di interpretare il suo punto di vista.

In caso di necessità, può essere anche molto utile e produttivo introdurre, all’apparire di un comportamento troppo ribelle, l’uso di esercizi di sottomissione e di controllare la dominanza attraverso il controllo sociale della gerarchia.

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Per il cane metterci alla prova continuamente è naturale e del tutto normale ed è un comportamento istintivo che può essere rafforzato o estinto e/o direzionato dalla nostra risposta, data al momento giusto, e prima che le cose maturino e/o degenerino troppo, e quindi è molto importante che questa risposta sia equilibrata, adeguata al caso, immediata e decisa e consapevole della sua funzione socializzante ed equilibrante sul comportamento del cane anche quando questo ci sembra del tutto innocente nel suo modo di fare e la sua provocazione sembra in apparenza essere legata alla giovane età e apparire del tutto innocente e superficiale.

 

Mai sottovalutare le microespressioni del cane perché sono sempre sinonimo di qualcosa che stà crescendo dentro e che stà a noi far sviluppare nella direzione giusta e vantaggiosa per noi, il cane e la nostra famiglia.

 

Inserire correttamente il cane nei nostri rapporti famigliari e nell’ambiente sociale di frequentazione significa anche fare il meglio per il nostro cane e la sua e nostra  felicità.

 


 
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