Che cos’è la professionalità e in particolare che significato aquista nella identificazione dell’Allevatore?
La professionalità, nel senso comune del termine, tende ad essere interpretata come un’evoluzione del fare “genuino”, innocente , tipica del “dilettante”, e animato dal semplice piacere del produrre, senza motivazione finalizzata al lucro, verso un fare più “malizioso”, “svezzato”, tipico del “professionista”, rivolto esclusivamente alla gestione del massimo rendimento produttivo, in risposta alla competizione del mercato, dimenticandosi, in questo “clichè”, però, anche, completamente, del significato di competenza tipica del professionista.
Tralasciando i falsi “professionisti” e i falsi “dilettanti” che oggigiorno amano farsi chiamare amatori per arricchire la loro immagine, altrimenti un po’ sbiavida, di “quel non so chè”, di quella atmosfera più da Hobby e da conoscitori “modesti ma benevoli”, motivati, apparentemente, solamente da un sincero amore verso il loro cane di razza, che in cinofilia, diventa troppo facilmente espressione, con tanto di enfasi, di “amore e passione” rivolto alla “salvaguardia” e “valorizzazione” della razza, che non possono essere considerati dei veri e propri Allevatori e, normalmente, o sono totalmente degli ingenui, del tutto impreparati ad allevare e far crescere una cucciolata e meno ancora a scegliere i riproduttori con una sufficiente competenza, oppure portano la maschera della falsità dietro la quale, normalmente, si nascondono la carenza di sentimenti e la mera commercializzazione dei cuccioli.
Ovviamente non se ne vogliano quei “Amatori” sinceri, apprendisti Allevatori, ovvero tutti coloro che si vogliono avvicinare sinceramente all’arte di Allevare ma che ancora, non possedendo gli strumenti, le conoscenze e, magari, neppure i mezzi, ai quali, invece, rivolgo tutto il mio affetto e che incoraggio vivamente a continuare con coraggio in questa avventura cercando di conservare la loro “purezza” anche dopo essere stati contaminati dalla realtà della vita e ai quali voglio anche lanciare un insidiosa riflessione: quanto male può fare un “eccesso di innocenza” troppo fondata sui valori di una cieca morale a-critica che alla conoscenza impone una visione di sicurezza stabile?
Nell’acquisto di un cane si può trovare una metaforica analogia con il settore immobiliare dove la terminologia “no Agenzia” o vendita da “privato a privato” sembra significare che l’intermediario, il “mediatore”, più che un esperto e serio professionista sia un inutile parassita che lucra sulla vendita facendo la cresta sulla spesa piuttosto di dare un giusto valore all’immobile e di offrirsi garante dell’onesta e corretta evoluzione della trattativa, e così si finisce di comperare una casa ad un prezzo sbagliato e del tutto inadatta, e che magari ci lascia anche del amaro in bocca, solamente perché la vendita sembrava “genuina” e senza secondi fini.
Oggi i termini “amatoriali”, “da privati” e “cuccioli allevati in famiglia” sono usati come sinonimi per creare un sospetto di “surplus” di spesa inutile legato alla scelta di rivolgersi ad un Allevatore di mestiere o, ancor peggio, al cane di razza in generale.
Oggigiorno si denigrano con tanta facilità il valore del Pedigree, dell’Affisso riconosciuto FCI/ENCI, delle Certificazioni Ufficiali delle Patologie Ereditarie, dei Titoli ottenuti in Esposizione e/o nel Lavoro, dei Brevetti UCIS guadagnati con sudore, e persino della Professione di Allevatore in sè, senza neppure capirne il vero significato, ma semplicemente per superficialità, dando poco valore al significato di possedere e vivere appieno con un cane, finendo infine normalmente per farsi ingannare dai “venditori di fumo” che si nascondono dietro aggettivi, come “amatoriale” o “privato”, tanto sfocati quanto ingannevoli proprio perché intrisi di apparente immediatezza nella comprensione del loro significato “non professionale” ovvero non intenzionati a guadagnare sulla loro “attività” occasionale e che sortisce una specie di alleggerimento psicologico del peso dell’acquisto giustificando così anche il minor prezzo pagato diffronte ad un consapevole acquisto di minore qualità ( vedi: nota deontologica).
Si può arrivare ad un tale dimensione del inganno commerciale che alcuni “commercianti” addirittura si appellano come “professionisti amatoriali”!
Una terminologia che, per quanto ambigua, per lo meno appare interessante per l’evidenza della sua stupidità e della palesità nell’essere un inganno spudoratamente paventato per attirare gli sprovveduti che, pur avendo paura di impegnarsi in un acquisto “troppo prezioso” e di qualità, come, “probabilmente”, potrebbe essere quello offerto da un Allevatore di mestiere, allo stesso tempo vorrebbe chiedere maggiori garanzie sulla qualità dell’acquisto pur rivolgendosi, più bonariamente e umilmente, a “qualcuno” che possa soddisfare la sua richiesta di possedere un cane “di razza”, magari anche non così tanto “selezionato” da richiedere un prezzo che si immagina essere “probabilmente” eccessivo, con la pseudo-convinzione (che non smetterà mai di tormentarci per la sua fin troppo evidentemente distorta visione della situazione), che alla fine basta che sia di “quella” razza e/o che vi assomigli un po’.
Ed, ecco fatto e creato, il terreno giusto per far fiorire un nuovo tipo di “allevamento” quello “amatoriale professionale”, per le persone esigenti ma disposti a chiudere un occhio.
Un professionista, per definizione, almeno quello vero, non potrebbe mai essere tale se non ama ciò che fa e il fatto che la sua passione si possa essere evoluta in un “mestiere” non ha nulla di peggiorativo o di meno nobile, anzi, al contrario rende omaggio a ciò per cui quel mestiere ha d’essere.
Il fatto che diventi un “mestiere” è solamente una garanzia in più per il fatto che quell’attività ha come carattere l’essere l’esclusivo impegno della vita del professionista e che questa può ed è dedicata interamente a questo, con tutta la passione e l’arte che gli compete in base alle proprie capacità e il cui fine ultimo non è il mero guadagno ma il come questo diventi il risultato di un lavoro svolto con Passione ma anche con competenza, amore e tensione alla perfezione.
Il professionista tende alla perfezione con tutta la sua abilità e la sua intelligenza, utilizzando al meglio tutte le possibilità concessogli dall’Ambiente Sociale, dalla Scienza e dalla Natura, con rispetto e sensibilità verso la vita e la dignità dell’individuo a cui la rivolge.
Il frutto del suo mestiere non è la mera speculazione ottenuta con qualche furbizia o peggio.
Il suo “prodotto” è un’opera, frutto della sua Arte, che è l’orgoglio del suo essere ciò che è.
Un simile prodotto in verità non ha prezzo e non potrebbe essere venduto e questo gesto di cessione è vissuto come una lacerazione che toglie qualcosa e che seppure ricompensata con un prezzo non potrà mai cancellare la cicatrice lasciata.
Questa è la condanna di chi Alleva davvero e con passione e che opera con professionalità solamente per rispetto verso la propria “opera d’arte”, la propria creatura, e coloro che ne godranno la vita futura…e non potrebbe mai fare diversamente senza scalfire la sua integrità !!!
Esistono poi anche altri generi di “Personaggi”, curiosi a dir il vero, probabilmente prossimi a diventare fautori di una nuova dottrina, quelli che si erigono a “Maestri”, lambiti ed illuminati dalla luce divina del loro stesso fare, che si auto-idolatrano e che propongono l’acquisto di un cucciolo a condizioni particolarissime davvero, con vincoli di ogni genere arrivando a volte alla follia più sfrenata radente la parodia, e che normalmente propongono la vendita del cucciolo ad un prezzo esagerato, del tutto fuori mercato, “giustificabile”, però, secondo loro, dal fatto che il cucciolo è frutto di un “eccezionale” accoppiamento che segnerà la storia della razza, un cucciolo “particolarmente” speciale erede di un patrimonio genetico straordinario recuperato grazie alle straordinarie capacità di questo “Allevatore-Santone” e che promette che nelle vene del cucciolo scorre un sangue blu ereditato da storici, quanto miticizzati, Campioni che ormai si sono estinti, o quasi, e che quindi, il cucciolo in questione, rappresenta un “tesoro perduto” da dover salvare e valorizzare attraverso la sua straordinaria ed illuminata conoscenza della razza.
Questi “Personaggi”, divertenti che di solito si presentano anche in modo piacente, appassionanti e “abbastanza” convincenti e persuasivi, propongono condizioni e vincoli di ogni genere, come specchietti per le allodole, come, ad esempio, la conservazione della proprietà del diritto riproduttivo, una specie di Copyright, ovvero, della proprietà, nientemeno che, di quel “blasonato” e ambiguamente “famoso” Pedigree, oppure, la conservazione del potere di decidere quando e con chi far riprodurre il cane al momento giusto e definito scrupolosamente con un contratto firmato con il “sangue”, e, naturalmente, con il diritto di proprietà della prima o delle prime due cucciolate, lasciando però al proprietario l’importante, per quanto un po’ gravoso, impegno e responsabilità di far crescere ad arte il cucciolo affinché non si “rovini” nella crescita, ovviamente sotto la loro diretta e esperta guida, portarlo in Esposizione e, rigorosamente, solamente dai “loro” giudici, ecc. ecc. e più assurdità e stupidità si sparano e più conquistano coloro che, nell’acquisto del cane, vedono la realizzazione di un evento esclusivo e non vogliono un semplice cane di razza e di qualità ma vogliono il massimo della Selezione possibile, vogliono il Mito, il futuro Campione, ovvero lo “status simbol” di quello che ancora non posseggono e per cui venderebbero l’anima.
Questi abili “Allevatori-illusionisti” sono capaci di una tale forza di convincimento che il malcapitato, cliente, deve solamente sperare di non essere facilmente “incantabile” altrimenti rischia di cadere in un vortice di follia analogo a quello che capita a coloro che, per curiosità o per disperazione, capitano nelle mani di maghi e fattucchieri.
Non di rado mi capita che nella richiesta di informazioni che mi rivolge una normale persona intenzionata ad acquistare “semplicemente” un cucciolo di Golden o di Labrador di “giusta” qualità, senza la pretesa che gli venga venduto un futuro Campione (come se si potesse vedere un Campione a 2 mesi e l’Allevatore fosse così sprovveduto da lasciarselo sfuggire come niente fosse) e che prima ha avuto l’avventura di imbattersi in simili affabulatori, mi si anticipi anche la curioso domanda se chiedo condizioni particolari e se il cane rimane di proprietà dell’Allevatore oppure se un domani diventerà anche loro e se prima di poter avere un cucciolo da me è necessario dover avere un incontro di controllo, con tutta la famiglia, presso il mio “psicologo” di fiducia che deve dare l’approvazione della loro idoneità di possedere un mio cucciolo.
Purtroppo, ma così è l’arte della Politica, una forma della dissimulazione che può diventare una malattia contagiosa che si espande in modo nascosto e persuasivo, coinvolgente e maliziosamente provocante dove la denigrazione della professionalità appare ovvia, naturale e condivisa e diventa un modo più facile e sbrigativo di eludere faticosi dubbi e posizioni di responsabilità che non cercare di capire i veri valori di una attività che non riesce di facile comprensione ed immedesimazione.
Per cui, purtroppo, ancora oggi, più che mai, il vecchio detto “è più facile credere alle cattiverie che alle buone cose” è ancora molto attuale e la diffamazione e denigrazione hanno vita facile sulla verità.