10_ Il gioco…quanto, come e perché?
Come interagire con il cucciolo?
Allora, è di fondamentale importanza capire che il cucciolo vede nell’uomo un suo conspecifico e si aspetta da questo, e risponde a questo, come farebbe con i propri genitori e/o fratellini.
Quindi i giochi devono essere dei giochi che soddisfino i suoi istinti e il suo interesse sociale nei nostri confronti.
Il gioco “Principe”, il più importante, spontaneo e naturale possibile, è il gioco predatoriale (il gioco della preda che scappa), come premessa di formazione del comportamento di caccia in gruppo e ambito d’esercizio delle competenze sociali (lavoro di squadra) necessarie al suo successo.
Vale la pena spendere due parole in più per questo gioco che diventerà la leva più appassionante e più importante per tutte le forme d’apprendimento del cane e che starà a voi volgere a vostro vantaggio o meno.
Ricordatevi che il cucciolo imparerà comunque sia, che ci siate voi al suo fianco o qualcun altro, consimile o meno, e, addirittura, anche se non ci sarà nessuno, e la differenza nei vostri confronti e nella capacità di interagire in modo appropriato con il mondo umano, del futuro cane adulto, è ora affidata interamente alla vostra capacità di coinvolgere e gestire il rapporto con il vostro cucciolo.
Si dice che il cucciolo ha un interesse specie-specifico in quanto le sue attitudini comportamentali e la sua predisposizione naturale, al successo e all’interesse di una certa serie di coordinazioni ereditarie (schemi motori fissi innati), sono specifiche e ben definite e riguardano le caratteristiche di specie. (Vedi istinto e schemi motori fissi)
Per cui il cucciolo gioca secondo le regole del mondo canino anche se chi propone il gioco e stabilisce le regole siete voi, come esseri umani, che, comunque, il cucciolo, grazie all’imprinting, considera, appunto, come conspecifici, ovvero come genitori o fratelli…cani!
In verità è meglio che il cucciolo veda in voi un genitore, ovvero, veda in voi una stimata e rispettata Guida, da considerare, e prendere, sul serio, piuttosto che un fratellino con cui competere.
Ma questo gioco di ruoli può anche essere gestito in modo ambivalente e in modo opportuno al risultato che volgiamo raggiungere.
Se ci identifichiamo ad un fratellino coinvolgeremo il cucciolo in una dimensione di maggiore competitività e fiducia in sé stesso e nelle sue possibilità, mentre se assumiamo il ruolo paterno chiediamo un maggiore rispetto e ossequiosità sociale aumentando la predisposizione alla sottomissione.
Quindi stà a noi valutare, in base alla tipologia del gioco, al carattere del cucciolo e ai fini che vogliamo raggiungere, incoraggiare o inibire.
Nel gioco predatoriale è importante saper stimolare, in modo adeguato, interessato ma equilibrato, i sensi del cucciolo rivolti alla conquista della preda attraverso una complicità che ci deve vedere protagonisti attivi e organizzatori del gioco stesso sollecitando nel cucciolo una concatenazione ereditaria di moduli comportamentali naturali che soddisfino una fame motivazionale già innata nel cucciolo.
Per il cucciolo è naturale e, appunto specie-specifico, la voglia di correre dietro a tutte le cose che si muovono in un certo modo tipico della preda naturale, catturarla e ucciderla, per farne trofeo e difenderla dalla competizione degli altri fratellini.
Per farlo dovete esservi già attivati prima a trovare un giochino che possa fare da esca artificiale e abbia quindi tutti i criteri morfologici e possa proporre dei comportamenti tipici della preda viva naturale.
In particolari situazioni anche solo il semplice correre può essere vissuta dal cane come una situazione molto gratificante, per cui la semplice corsa con il proprietario, in bicicletta o a piedi, nel parco, senza altra ulteriore finalità può già di per sé rappresentare un momento di grande intesa sociale e essere vissuta con grande coinvolgimento di Gruppo come comportamento di esplorazione e di controllo del territorio.
Per affrontare correttamente il “Gioco della Preda” dovete essere pronti con la mente e il cuore ma anche con i mezzi e gli strumenti giusti e scegliere un “terreno” adatto.
Per prima cosa procuravi un giochino morbido, ma resistente allo stesso tempo, come ad esempio un morbido peluche a forma di coniglietto con la pelliccia, non troppo rigido e ingombrante, da poter essere tenuto facilmente anche in tasca (oggi i Pet Shop offrono delle cose veramente accattivanti non solo per i sensi del cane ma anche per il piacere visivo ed estetico umano).
Ora dovete imparare a stimolare il cucciolo con il vostro giochino muovendolo davanti al cane con la velocità giusta, non eccessiva e ne troppo nervosa, in modo da poter essere intercettato dal cucciolo e creare in lui uno stimolo di curiosità e di voglia di cattura sempre più sviluppato, fin tanto che diventerà una vera e propria sfida di abilità e di interpretazione di ruoli.
Perché la preda non sia troppo strettamente connessa con la vostra presenza potete anche legarla ad un legaccio che vi permetterà di farla muovere senza l’uso diretto della vostra mano.
Ma, soprattutto, dovete rendere la preda artificiale credibile e dovete imparare a fargli fare l’imitazione dei movimenti e dei rumori tipici dell’animale vero, ovvero, muoversi di soccuatto, squittire, arrestarsi improvvisamente per poi fare uno scatto repentino di fuga ( sempre in allontanamento e mai verso il cucciolo che ora è solamente aspirante predatore, ancora, un apprendista !) e di nuovo un arresto, un’altro squittio, e poi un nuovo cambio di direzione verso destra e poi ancora verso sinistra e poi improvvisare movimento di strisciamento e tentativi di nascondimento e poi di nuovo…la fuga, alla vista del predatore.
Dovete immedesimarvi in una preda in fuga spaventata e disorientata dalla presenza del predatore!!!
Alla risposta del cucciolo nel formulare un tentativo di rincorsa e di inseguimento bisogna rispondere con un movimento di fuga della “preda” che dovrà svincolarsi e destreggiarsi fra i vari tentativi del cucciolo di conquistarla e assolutamente sempre comportandosi come una vera preda che cerca di salvare la vita esibendo tutte le sue abilità, naturali, nello sfuggire al predatore… per poi riapparire in modo provocatorio nel tentativo di ingannare i sensi del predatore.
Ovvero dovete pensare a
realizzare un rapporto tipico e specializzato che deve mettere alla prova e
affinare allo stesso tempo le reciproche abilità che preda e predatore hanno,
in natura, sviluppato tramite un lungo e complesso iter filogenetico
estremamente sofisticato e perfezionato e che ha sviluppato una naturale e
innata “sensibilità” e “predisposizione” a rispondere agli stimoli specifici
esibiti dall’antagonista.
Bisogna ricordarsi sempre che il gioco preferito non è il gioco facile ma
neppure quello impossibile da vincere, quindi bisogna porre molta attenzione
alla durata del gioco e alla capacità di mantenerlo stimolante, finendo sempre
con il successo, della conquista della preda, da parte del cucciolo e con la
vostra conferma verbale della sua abilità (Braaa..vo! Braaa..vissimo!!!) come
premio sociale gratificante il lavoro-gioco appena fatto insieme.
La preda morta non interessa molto al cucciolo e quindi stà al genitore-organizzatore a muovere le redini del gioco affinchè la caccia e la sfida sia verosimile e piena di interesse, di novità e di coinvolgenti competizioni, divertenti ma anche impegnative allo stesso tempo, ma, comunque, sempre all’altezza delle capacità del cucciolo, sollecitando in questo il perfezionamento dell’attività motoria, della velocità e precisione dei riflessi, dell’attivazione delle risposte condizionate e, non per ultimo, creando una serie di apprendimenti che maturino la sicurezza del cucciolo nelle proprie capacità di avere successo in attività sociali specializzate e naturalmente finalizzate…appunto specie-specifiche.
Nota:
Ci sono mille giochi ai quali i cuccioli sono in grado di rispondere con grande abilità e soddisfazione e che possono fungere quali “scaricatori” di energie accumulate e possono anche stimolare l’intelligenza dei cuccioli verso attività più vicine alle abilità e al contesto, specie-specifico, umano, piuttosto canino, ma non voglio trattare qui questo argomento di cui fornirò solamente una bibliografia generica ( vedi, per citarne solamente alcuni tra gli infinito offerti dal mercato del consumo di oggi: “L’educazione mentale del cane” di Anders Hallgren Edizioni De Vecchi, oppure, “50 Giochi con il Tuo Cane” di Suellen Dainty Edizioni White Star, “Gioca con il tuo Cane di David Sands Edizioni De Agostini) perché ritengo che abbiano una contestualizzazione “extra-naturale”, che non tengano in considerazione la naturale predisposizione etologica del cucciolo e sottovalutando o, addirittura, ignorando completamente l’Alterità del cane, e che abbiano più senso come esercizi surrogati e utili più al cane adulto, come preparazione alle abilità specifiche di un lavoro finalizzato, piuttosto che ereditato filogeneticamente.
Credo che la maturazione degli istinti e il legame con il Partner umano acquisti un significato più profondo se segue le regole di crescita e di indirizzamento dei comportamenti prestabiliti su una base ereditaria sedimentata in lunghi periodi, appunto filogeneticamente, per cui i cuccioli sono naturalmente più predisposti a determinati giochi piuttosto che ad altri ( che, ovviamente, comunque non disdegnano, pur di fare qualcosa con noi, come divertimento e occasione per fare movimento) e l’apprendimento, oltre che più corretto e consono alla specie e ai suoi istinti, diventa più facile e spontaneo e credo anche abbia una valenza di espressione di sfogo interiore, appunto di una pulsione innata e che si accumula sempre di più se non ha modo di trovare i stimoli scatenanti idonei al loro rilascio, oltre che di maturazione, di crescita e di formazione della personalità.
Questi istinti, che trovano nel gioco predatoriale una risposta adeguata e “necessaria”, originano spontaneamente e sembrano avere anche oltre che un bisogno di sfogo comportamentale anche una valenza biologico-fisiologica ad esprimersi in determinati periodi sensibile della vita del cucciolo e del giovane cane che non possono essere saltati, o troppo stravolti, senza avere anche ripercussioni sull’equilibrio finale della personalità canina.
Un'altra cosa è la trasformazione del gioco in lavoro che avviene in una fase di maturità già quasi completa dove la finalizzazione di un comportamento segue più una logica di opportunismo e di necessità contingente alla realtà piuttosto di essere l’elemento veicolante lo sviluppo dell’individualità canina singola e della sua immersione nel mondo e del suo dialogo con il nostro Ambiente umano.
Riprendiamo l’analisi del gioco predatoriale:
Alla fine il gioco deve terminare con il successo dell’azione di caccia e delle strategie utilizzate insieme per realizzarlo ma, soprattutto, ed è una cosa molto importante, è bene che la preda rimanga, dopo che il gioco ha portato alla soddisfazione delle esigenze di scarico delle attitudini innate del cucciolo, in possesso del Genitore-Leader che ricambierà il cucciolo con un gesto di approvazione tattile, una calda carezza espressa con emozione e soddisfazione, e vocale, con tono e inflessione di approvazione e di incoraggiamento, che sottolinei una approvazione e una corrispondente gratificazione di tipo sociale, facendosi consegnare la preda prima che il cucciolo si sia demotivato nel gioco oppure far in modo che la preda sfugga dopo una breve finzione di essere stata uccisa, restando immobile e del tutto inerme, fin tanto che il cucciolo se ne disinteressa o allenta comunque la vigilanza, che è un tipico comportamento di sopravvivenza fondata sull’inganno, e che in natura è molto frequente in varie specie di prede, e che, nel cucciolo, che si vede scappare la preda dopo averla, distrattamente, lasciata priva di attenzione per la perdita d’interesse dovuto alla sua immobilità, mantiene spiccatamente attivo l’interesse e il desiderio di caccia.
D’altra parte, però, bisogna anche stare molto attenti a non incrementare un altro tipo di comportamento la cui caratteristica negativa non sempre viene subito compresa da chi non è del mestiere.
Questo genere di comportamento nasce dalla “conquista della preda” che una volta catturata può creare, nei cuccioli, sufficientemente dominanti, un senso di possesso della stessa con l’esternazione di un istinto protettivo e del concatenato comportamento di difesa della preda attraverso manifestazioni aggressive che mirano a dissuadere eventuali antagonisti che volessero spartire o rubare la conquistata preda.
Quindi bisogna essere molto attenti, preparati e pronti a reagire con astuzia e velocità, al fine di conquistare per primi la preda lasciando, nell’ultimo step, il cucciolo “a bocca asciutta”, e/o lasciare che la preda venga conquistata insieme a noi, in collaborazione, e concedere il trofeo al cucciolo, come nostra concessione, solamente dopo che avremo di nuovo ristabilito il legame con il guinzaglio in modo che il cucciolo non abbia la possibilità di scappare con la preda sufficientemente lontano (cerchio della dominanza e/o della fiducia…dove il cane è in relazione già stabilizzata ed equilibrata con un ruolo sociale inferiore al nostro) da doverlo rincorrere e con tale comportamento innescare un gioco “pericoloso” di difesa e di senso eccessivo di possesso della conquista individuale che porterebbe, appunto, al comportamento indesiderato della difesa della preda anche nei nostri confronti e declassando, così, il nostro ruolo di Genitore a quello di fratello e verso il quale poter liberamente e senza tanti freni sociali manifestare un comportamento di sfida e di confronto sociale avente come finalità il comando dell’accesso alle risorse (preda conquistata) tipicamente del soggetto Alfa/Dominante e Leader del Gruppo/Branco.
Ovviamente, questo tipo di associazione, se costruita “ad hoc” da un’ Addestratore Professionista, può essere anche utilizzata per aumentare e/o frenare questo tipo di comportamento di possesso e il risvolto comportamentale ad esso collegato e finalizzato alla conquista “guidata” di un ruolo dominante che può, quindi, aumentare, ridurre, frenare e/o riequilibrare il ruolo sociale e la gerarchia del soggetto all’interno del Gruppo Famiglia.
Comunque, una volta ristabilito il legame di vincolo e di fiducia, attraverso il guinzaglio, con la preda in bocca al cucciolo, si può lasciare che il cucciolo, insieme a noi, che lo conduciamo al guinzaglio (il che è ben diverso dal farlo liberamente con la preda in bocca e dove anche noi, al posto di essere i gestori del gioco, diventiamo i concorrenti al suo possesso), porti la preda in giro per esibire il successo della cattura come se fosse un trofeo conquistato in “squadra”.
Ovviamente “il gioco della preda” ha infinite possibilità di inflessioni in relazione agli interessi che vogliamo stimolare nel cucciolo, es. quello di ricerca visiva e/o uditiva e/o olfattiva, quello di lotta oppure quello di possesso e può essere vissuto come un corpo a corpo diretto o attraverso giochi combinati con figuranti, normalmente facenti parte della famiglia, organizzando un vero è proprio gioco di società …di tipo canino, però, ricordatevelo sempre!
Importante è che il gioco insieme sia vissuto in modo appassionato e divertente e che pur rimanendo un gioco gestito e organizzato da noi mantenga ed appaia anche una certa componente di verità e realtà, in modo tale che non si percepisca la finzione e, quindi, evitando giochi forzati ed eseguiti solo per compiacenza.
Molto importante è però anche che l’attività rimanga nel contesto della ludicità e non si trasformi in un “lavoro” e non abbia valenza anche minimamente coercitiva, altrimenti il cucciolo perde immediatamente l’interesse verso l’attività proposta non riconoscendovi più, in essa, alcun stimolo tipico del gioco.
I cuccioli percepiscono subito se non stiamo giocando davvero e se facciamo solo finta tanto per soddisfare una incombenza vissuta con sopportazione.
Di solito la prima tentazione di arrivare ad una conquista del successo in una abilità specifica avviene al momento del pasto dove si può già avviare il primo esercizio d’attenzione e sottomissione estremamente facile e naturale da organizzare e da risolvere.
(Vedi esercizi di formazione)
Altri giochi interessanti per il cucciolo sono i giochi di ricerca che possono essere attivati attraverso il gioco predatoriale oppure, con più attenzione e parsimonia a non deviare le finalità, attraverso lo stimolo alimentare, con infinite varianti e inflessioni emotive possibili, molto divertenti e stimolanti.
Sempre con l’accortezza di studiare e preparare prima la strategia e il campo di gioco nonché rifornirsi di tutto il materiale necessario al perfetto funzionamento dello schema operativo.
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