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" Incipit Vita Nova"

 

Tutto quello che avreste voluto sapere sul cane e non avete mai osato chiedere

» 1 _Quando portare a casa il cucciolo?

» 2 _Il trasporto e l’ipotesi del primo impatto

» 3 _Come fare con la macchina?

» 4 _IL cibo…quanto, quando, come?

» 5 _Come fare per i suoi bisognini?

» 6 _ Il cucciolo può uscire?

» 7 _Devo andare a lavorare…come faccio con il cucciolo?

» 8 _Il collare e il guinzaglio sono proprio necessari?

» 9 _Da dove e come iniziare: Della forza e dell’Amore

» 10_Il gioco…quanto, come e perché?

» 11_Educazione? Serve punire il cucciolo? Serve premiare il cucciolo?

» 12_Quante coccole? Il cucciolo mi ringhia…perché e cosa fare? Perchè reagisce ai miei rimproveri?

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» Note: Associazioni indesiderate

Note: Associazioni indesiderate

Delle Strategie d’Addestramento, delle associazioni idesiderate e delle insidie del metodo:

 

_Delle Insidie del Metodo

 

Stiamo attenti ai problemi comportamentali che possono nascere per caso e del tutto in modo innocente solamente perché abbiamo frainteso un comportamento o mal combinato e/o interpretato, magari anche in modo del tutto involontario, alcune associazioni che il cucciolo, nel suo sviluppo naturale, ha istintivamente orientato nella direzione delle sue finalità specie-specifiche, piuttosto che verso la direzione che pensavamo di aver capito noi dal nostro punto di vista specie-specifico.

Quindi bisogna sempre stare molto attenti all’Alterità e allo scarto, della cui l’esistenza bisogna sempre tener conto, tra le due linee esistenziali parallele che direzionano le nostre vite, del cane e dell’uomo, con molte analogie e quasi nessuna omologia,  perchè la somiglianza simbolica (l’apparenza) tra alcune sfere della nostra esistenza e di quella del cane, a volte, sono così vicine che possiamo essere tratti in inganno e credere che appartengano alla stessa origine e che abbiano le stesse finalità e siamo indotti anche a credere si accompagnino ad analoghi valori morali che, invece, non hanno.

Le associazioni negative o indesiderate sono sempre in agguato e quasi sempre hanno anche il grande problema, che lavora a nostro forte svantaggio, di essere, autogratificanti e quindi molto difficili da correggere e da reprimere e, soprattutto, di cui è molto difficile controllare il facile, e spesso spontaneo, innescare.

 

 

Tutto nasce dall’ Osservazione e dalla divina capacità di estrarne regole logiche dalle quali possiamo trarre benefici per la vita.

 

_Strategie d’Addestramento, di inganni utili o inutili e di virtù  desiderate o indesiderati:

 La “negazione” del desiderio e la tempra della volontà

 

Il trattenere fisicamente e/o psichicamente  un cucciolo (proibizione = forma di coercizione passiva), impedendogli lo svolgimento della coordinazione ereditaria finalizzata ad una risposta offerta da uno stimolo scatenante non sempre viene intesa come comportamento coercitivo “vero e proprio”, finalizzato all’eliminazione di un comportamento indesiderato , ma spesso, se l’azione “coercitiva” non è adeguatamente incisiva e sufficientemente energica, può far aumentare il desiderio e quindi la motivazione che spinge a voler rispondere a quel stimolo…“proibito”.

 

--> da ciò nasce la dialettica tra la tentazione e il peccato originale come l’apertura al mondo del possibile e della lotta alla conquista del Potere di decidere…secondo libero arbitrio!!!

 

Quindi è molto importante capire se l’inibizione di una certa azione la vogliamo finalizzare ad aumentare l’interesse dello stimolo offerto, aumentando la motivazione  tramite la proibizione.

 

Questo genere di strategia  può servire, in Addestramenti “particolari”, in quanto come conseguenza di questa proibizione si produrrà un aumento del desiderio del cane, ovvero della motivazione per lo svolgimento di  un particolare lavoro anche di considerevole fatica.

Allo stesso tempo, in questa situazione,  la volontà del cucciolo viene messa alla prova, temprandone  così anche la capacità di resistere a particolari stress ambientali “fuori dalla norma quotidiana” e che richiedono quindi una maggiore forza motivazionale proprio perché sono al limite del significato di gioco, piuttosto che di lavoro, e dove si vuole relazionare la maggiore gratificazione alla maggiore difficoltà del gioco.

In natura questo momento diventa il passaggio dalla dimensione ludica del gioco alla cruda e nuda realtà che fortunatamente i nostri cani quasi mai devono espiare per poter vivere comunque felicemente con noi!!!

Questo tipo di comportamento di “frenata”, di “trattenimento”, di “impedimento” dell’azione che mira alla soddisfazione di un desiderio specifico, diventa una specie di rafforzamento, di tempratura, della capacità di persistere per ottenere il successo, combattendo, via via che aumenta la tempra, contro ogni tipo di ostacolo e difficoltà che si frapponga al successo del comportamento finalizzato, e mira, contemporaneamente, anche al rafforzamento della forza di volontà,  stimolando il desiderio di riuscire sempre di più a combattere le avversità, desensibilizzando la paura, l’insicurezza di sé, e la fragilità emotiva.

Questo tipo di esercizio può andar bene per un cane da lavoro che necessita di una forte capacità di resistenza psico-fisica e di una notevole motivazione che lo faccia persistere senza indugi e con forte desiderio nell’azione finalizzata ad esempio ad una pubblica utilità, come i cani da guardia e/o difesa e i cani anti droga della Polizia, o i cani da soccorso, ma non è troppo auspicabile per un cane da compagnia e/o anche da guardia e/o difesa intesa nell’ambito di una normale famiglia che certamente non opera in situazioni di forte stress ambientale.

Questo genere di esperienze maturano in fretta la forza caratteriale e la personalità del cane in una direzione che richiede anche un “comandante” (proprietario e/o educatore/addestratore) molto più forte e capace di farsi rispettare per riuscire a tenere le redini in mano senza perdere il controllo della situazione di Governo.

 

_L’insidia delle associazioni indesiderate involontarie:

 

1)_Rafforzamento spontaneo indesiderato della tempra e il conflitto gerarchico

 

Attenzione poi ad una insidia che non di rado si infiltra nella vita con il nostro cane, ovvero quando  questo tipo di esercitazione, finalizzata al rafforzamento della tempra e della motivazione, nasce e cresce, inavvertitamente e involontariamente ,in modo subdolo, “sotterraneo”ma spontaneo, e in circostanze del tutto “casalinghe” e di normale “routine famigliare”, da una sbagliata associazione e che  frequentemente  può essere dovuta all’insicurezza nella punizione e/o degli ammonimenti espressi dal genitore-umano, qualora volesse inibire un comportamento indesiderato, perché allora siamo proprio nei guai, in quanto, questo tipo d’esperienza, anzichè inibire un comportamento indesiderato e inopportuno ne rafforza la motivazione e tutto il nostro “maltrattamento,” del “povero diavoletto” di un cucciolo, finisce per temprarne le capacità di resistenza ai nostri comportamenti  “correttivi” e/o“educativi” e ad aumentare la sua insensibilità alle nostre risposte punitive più o meno coercitive.

Alla fine, dal perpetuarsi di questa tipo di atteggiamento, si può molto facilmente, e quasi senza accorgersene, arrivare, sempre in modo del tutto innocente, involontario e spesso anche inconscio, a crescere un cane con un comportamento sociale problematico, intollerante ai rimproveri e con risposte aggressive “fuori controllo” e del tutto imprevedibili, e si finirà con lo stabilizzare in lui ruoli di dominanza gerarchica che è meglio non gli competano affatto se vogliamo stabilire rapporti sociali normali, equilibrati, opportuni, adeguati e tranquilli nella convivenza quotidiana con lui.

Questa parentesi, magari anche un po’ allarmistica, non è, però, neppure da sottovalutare troppo ed è  proprio per questo che necessita di un’adeguata  spiegazione delle possibili problematiche comportamentali che possono nascere da un semplice fraintendimento innocente dei rapporti sociali e ribadisce la necessità di un rigore dei ruoli gerarchici nonchè della comprensione, e presa di coscienza, che il cane  ragiona “da cane” e che le nostre risposte devono essere adeguate per questo livello di sensibilità e di percezione della realtà, appunto, tipicamente “canina”.

 

2)_Rinforzo involontario indesiderato da allentamento dello stress

 

Approfitto, anche se magari rischio di diventare un po’prolisso, per affrontare un altro tipico problema comportamentale che si innesca facilmente e in modo del tutto “travestito” proprio  perché si aggancia al comportamento del proprietario che, in buona fede, cerca solo di aiutare e di confortare il cucciolo che a volte sembra proprio disperato.

Succede, a volte, che il cucciolo lasciato solo, nonostante tutte le nostre precauzioni nel cercare di fargli conoscere il posto prima e magari arricchendolo di giochi e di odori e di rumori famigliari, incominci, lo stesso, ad esibire una serie di sinfonie vocali spazianti dal melodrammatico al tragico-disperato e/o con una ritmica da musica “tecno” assordante e ossessiva, senza sembrare di voler cedere nel volume e nella costanza.

Come logica conseguenza, dopo un più o meno lungo periodo in cui il proprietario cerca di far fronte a tale situazione con la massima insensibilità e con il necessario sangue freddo raccomandato  in tali circostanze dall’Allevatore, e con il cuore straziato dalla disperazione del cucciolo e/o perché rischia uno sfratto, cede e va dal cucciolo con tutte le intenzioni di sgridarlo con un comportamento aggressivo finalizzato ad inibire il comportamento sconveniente e inopportunamente insistente del cucciolo.

Di solito tale situazione sembra inizialmente sortire un immediato successo ma ben presto il cucciolo riprenderà l’intonazione del suo “inno” alla disperazione, questa volta magari anche arricchito da qualche impertinenza dovuta alla consapevolezza che, se sarà sufficientemente insistente e rumoroso, il proprietario cederà e tornerà a trovarlo…e che importanza può avere per il disperato cucciolo se questo sarà arrabbiato e lo punirà?!

Di fatto la punizione non sarà mai sufficientemente grande  quanto il sollievo gratificante del ritorno del proprietario e della sua compagnia che tanto allentamento producono allo stress da abbandono che il cucciolo prova nella sua solitudine.

Tanto più il proprietario cede e tanto più si rafforzerà il comportamento del cucciolo!!!

 

3)_Il Rinforzo da allentamento dello stress come Metodo di Addestramento

 

Il “meccanismo” funziona attraverso una delle più forti leve motivazionali utilizzabile in certi tipi di Addestramenti, di tipo “coercitivo”, e quindi molto discutibili sulla loro necessità di applicazione, dove si richiede che il cane esibisca un comportamento, inizialmente, ritenuto dal cane stesso sconveniente, a volte persino antibiologico e/o innaturale, e che quindi incontra la resistenza della sua volontà a eseguire tale azione, e consiste nel mettere il cane in una situazione di forte disagio e stress, in modo da produrre una forte ansia, dalla quale potrà liberasi solamente esibendo il comportamento richiesto.

In breve tempo, se l’operatore sarà capace e abile a sufficienza, il cane avrà modo di soddisfare questo allentamento dell’ansia da stress in modo sempre più veloce arrivando al punto tale che il cane esibirà il comportamento ancor prima che si producano le cause dello stress e che potranno essere anticipate grazie all’associazione di un comando preciso e associato alla richiesta pretesa.

Anziché esibire un comportamento di risposta ad uno stimolo associato alla soddisfazione di un bisogno primario ad esempio quello alimentare, quindi ad una ricompensa di gratificazione positiva, l’azione viene rivolta alla eliminazione di uno stress più o meno esistenziale e di carattere primario che allenta la tensione con un risvolto molto gratificante quanto più grande era il peso da sopportare ( che può essere fisico ma anche psichico):

Per noi umani, questo meccanismo motivazionale, può essere banalmente associato a togliersi un peso emotivo dal cuore ( normalmente , nel gergo comune, si dice “dallo stomaco”)…ma, ovviamente, può essere anche per noi molto esistenziale e più o meno pesante a seconda dalle sfere della vita che può attaccare la minaccia stressante.

Questo genere di condizionamento, molto più presente in natura ( e nella vita quotidiana e, nel uomo,  influenzante moltissimo la sfera emotiva inconscia) di quanto non si pensi, è molto forte nella sua valenza emotiva e il risultato ottenuto con esso sarà molto forte, poco flessibile e oscurante ogni tipo di libertà, o alternativa decisionale, tanto più diventa una gratificazione legata alla “liberazione” da uno stress strettamente associato ad un fenomeno biologico e relativo al principio della sopravvivenza e risvegliando nell’organismo origini istintive molto forti e di tipo primario.

Questo tipo di gratificazione però è anche molto forte e crea un legame particolarmente profondo tra operatore e cane, arrivando a una tale forza sociale che il cane tende a realizzare con estrema e sorprendente velocità e predilezione  questo genere di esercizi dove sembra quasi che la maggiore difficoltà e abilità richiesta nella esecuzione dell’esercizio, per ottenere il successo, sia anche la motivazione del piacere al gioco stesso.

Per cui più il gioco diventa impegnativo e più gratifica, anche a rischio di una maggiore pericolosità dell’azione stessa.

Si rischia la dipendenza da “impavidità”!

In natura, questo atteggiamento risulta molto utile per la caccia a prede più grandi e agguerrite e maggiormente pericolose dove il coraggio del predatore e la sua determinazione sono le condizioni principali per aver successo in questo genere di predazione, insieme alla sua capacità di relazionarsi al gruppo e di coordinarsi con questo.

Ma che può portare anche a “effetti collaterali” legati alla “deparavazione”, ovvero alla infrazione delle leggi biologiche e/o morali interni ad un contesto sociale naturale e normale, nascendo questo tipo di comportamento da un bisogno che estromette l’importanza del nostro giudizio e il valore morale ed etico ad esso connesso in quanto tende ad annullare la forza di volontà di esprimere la nostra capacità decisionale a favore di una “cieca” soddisfazione dell’accumulo motivazionale e del desiderio “irragionevole” ad esso connesso..

Quindi è evidente che è un tipo di condizionamento che necessità di molta responsabilità e capacità operative specifiche molto specializzate dell’Addestratore e coscientemente indirizzate conoscendone gli effetti negativi collaterali nel caso di fallimento e/o imprecisione nelle varie fasi dell’addestramento stesso.

Ma è possibile che il tipo di associazione legato all’allentamento dell’ansia da stress possano succedere anche in modo del tutto casuale e con valenze meno drastiche e molto più effimenre come appunto il richiamo del proprietario nell’ansia da abbandono e il successo ottenuto con atti sostitutivi di vario genere, più o meno pericolosi, come il comportamento distruttivo e/o autolesivo, nell’espiazione dell’ansia da paura ingiustificata,  come ad esempio, dello sparo, dei “botti”, dei tuoni e di tutti quei eventi che possono presentarsi in situazioni dove il cane perde il controllo e si fa prendere dal panico e che conducono spesso alle cosiddette fobie, se involontariamente e ripetutamente rinforzate.

 


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