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6_Veterinaria

 

» 1_PREMESSA IDEOLOGICA

» 2_IL PENSIERO DELL'ALLEVATORE: LA VITA VINCE SULLA DISPLASIA

» 3_UNA PATOLOGIA SUBDOLA: LA TONSILLITE SI, LA TONSILLITE NO

» 4_DISPALSIA, FATTI E MISFATTI:IERO,OGGI,DOMANI

» 5_IL CONTROLLO UFFICIALE PER LA DISPLAZIA DELLE ANCHE E DEI GOMITI: di Dott. Aldo Vezzoni

» 6_DUE POSIZIONI INTELLETTUALI DIVERSE ALL'INTERNO DELLA RICERCA E DELLA PRATICA VETERIANRIA

» 7_DISPLASIA DELLE ANCHE E DEI GOMITI di Dott. Ugo Riccò

» 8_I METODI DI PREVENZIONE DELLA DIPLASIA DELL'ANCA di Tullio Mille

» 9_TABELLA DI COMPARAZIONE DELLA LETTURA DELLE ANCHE PER L'O.F.A.

» 10_IL CONTROLLO DELLA DISCENDENZA: IL PROGENY TEST

» 11_UNA SOLUZIONE INTELLIGENTE: PATOLOGIE ARTICOLARI E TIPI COSTITUZIONALI di Piero Alquati

» La Sterilizzazione precoce...Si o No ???

» Sintomatologia e Grado di displasia non sono la stessa cosa !!!

7_DISPLASIA DELLE ANCHE E DEI GOMITI di Dott. Ugo Riccò

Quanto esposto di seguito è tratto dalla esposizione sul argomento, prese in prestito, dalle Pagine Web del Sito curate  del Dott.Veterinario Ugo Riccò, quale Veterinario che segue l'aspetto sanitario del mio Allevamento .

 

Ambulatorio Veterinario
"Dr. Ugo Riccò"
via Matteotti, 12
46031 Bagnolo San Vito (Mantova)

e-mail:
info@ugoricco.com
telefono: +39 0376.415610
fax: +39 0376.251336
cell.: +39 335.324847

 
                                                                                                        www .ugoricco.com






Dr. Ugo Riccò, Veterinario Referente per:


F.S.A (n° 591): Displasia dell’anca HD e Displasia del gomito ED


Ce.Le.Ma.Sche (n° 558): Displasia dell’anca HD, Displasia del gomito ED, Spondilartrosi SP e Sindrome di Wobbler WS


 

  


Per combattere le malattie di origine genetica Allevatori e Veterinari hanno costituito, da molti anni, a livello mondiale, dei comitati scientifici per studiare le varie patologie di origine genetica o ereditarie. In Italia (cosi come negli altri paesi che aderenti alla F.C.I.) ci sono due società che si occupano di questi problemi, una più specialistica, e datata, Ce.Le.Ma.Sche. (Centrale di Lettura delle Malattie Scheletriche ereditarie del cane) che fa capo all’ A.I.V.P.A. (Associazione Italiana Veterinari per Piccoli Animali), l’altra, più recente, F.S.A. (Fondazione Salute Animale) che fa capo alla S.C.I.V.A.C. (Società Culturale Italiana Veterinari per Animali da Compagnia) ha un taglio più generalistico, in quanto oltre allo studio delle malattie scheletriche ha tra i suoi scopi lo studio delle altre patologie di origine genetica.

Attività principale di entrambe le strutture è quella di formare dei Veterinari Ufficiali, detti anche Referenti, in grado di raccogliere le informazioni e dati delle varie patologie, in modo uniforme ed in linea con gli standard internazionali, elaborati dalle commissioni scientifiche internazionali, sotto la supervisione dell’E.N.C.I. (Ente Nazionale Cinofilia Italiana) e della F.C.I. (Federazione Internazionale della Cinofilia).

Per fare ciò vengono promossi dei corsi specialistici ai quali i veterinari interessati partecipano, vengono esaminati, ed alla fine se vengono riconosciuti idonei, vengono nominati “Veterinari Referenti” (per quella determinata patologia) della società (FSA o Ce.Le.Ma.Sche).

I “Veterinari Referenti” (o Ufficiali) hanno il compito di esaminare i soggetti che richiedono l’esenzione per una determinata patologia, sia essa Displasia dell’Anca, del Gomito, Spondilartrosi, o quant’altro, raccogliere le informazioni secondo le metodologie e gli standard internazionali, identificare gli animali soggetti all’esame, e spedire le informazioni ottenute alla “centrale di lettura” che ha il compito di emettere un Giudizio Ufficiale ed archiviare le informazioni, elaborare i dati ed emettere le statistiche.Ogni Veterinario puo essere Referente per una o entrambe le centrali di lettura.Ogni Veterinario Referente è identificato, presso la centrale che lo ha accreditato, con un numero che compare su ogni referto

 

 


L’intento di questa trattazione è dare ai “non addetti ai lavori” alcuni concetti elementari su che cosa è la displasia dell’anca, è ovvio che per la complessità dell’argomento, questa trattazione può prestare il fianco a critiche e puntualizzazioni da parte dei lettori più esperti, che se pur bene accette, non sono si prestano agli scopi di questo lavoro.

La displasia dell’anca è una anomalia di formazione e di sviluppo dell’articolazione coxo-femorale che può essere riscontrata in tutte le specie di animali domestici ma assume particolare risalto nel cane. Consiste in una malformazione dell’articolazione coxo-femorale nella sua componente acetabolare (displasia dell’anca di tipo acetabolare), femorale (displasia dell’anca di tipo femorale ) o di entrambe le componenti, ciò produce un’incongruenza tra le superfici articolari con conseguente alterazione delle stesse; ciò porta inevitabilmente a malattia degenerativa articolare o artrosi cronica. E’ la malattia ortopedica di origine non traumatica più diffusa e conosciuta nei cani di taglia media, grande e gigante (taglie canine in cui la malattia ha maggior prevalenza e soprattutto si manifesta con maggior gravità). Essa costituisce la malattia ereditaria del cane che da più anni è stata oggetto di studi e di programmi di controllo; è stata studiata e diagnosticata in oltre 150 razze canine.

Le Cause

Questa è una patologia multifattoriale, ossia numerosi fattori, quali quelli genetici, ambientali e nutrizionali, entrano in gioco nel suo sviluppo e nel determinarne la gravità .La displasia dell’anca è considerata una malattia ereditaria, pur non essendo congenita, con modalità di trasmissione determinate da numerosi geni,cosa che ne rende difficile l’identificazione dei soggetti portatori. Ciò significa che la malattia può essere trasmessa, con modalità ancora non chiarite, da un genitore ad un discendente, ma non è comunque presente quando il cane nasce perché la stessa articolazione si conforma durante il periodo della crescita.Le alterazioni anatomiche poligenetiche si osservano sul processo di formazione dell’acetabolo, oppure sullo sviluppo dei mezzi di contenimento, attivi (muscoli del bacino), e passivi (legamento rotondo e capsula articolare) dell’articolazione coxo-femorale. Indipendentemente dai fattori ereditari, anche caratteristiche morfologiche di razza e condizioni endocrine individuali possono rivestire un ruolo complementare nella genesi della malattia. Tra le condizioni ambientali, il movimento troppo intenso di cuccioli in rapido accrescimento, eccessivamente pesanti, tenuti liberi in ambiente accidentato, può favorire l’aggravamento della condizione patologica. Anche il sesso dell’animale può condizionare la comparsa della displasia; nel cane le femmine sono colpite in rapporto 3:1 rispetto ai maschi, questo è dovuto alla presenza di estrogeni, in quanto la relaxina determina un rilassamento della capsule articolare. Nei cani displasici, la cavità acetabolare risulta troppo ampia, poco profonda e con margini insufficientemente rilevati. Ne risulta una instabilità della testa del femore nel corso del movimento che, con il progredire dello sviluppo dell’animale determinano manifestazioni consequenziali di tipo artrosico. Nei cani con displasia dell’anca, le modalità con cui si presentano i segni clinici e la loro gravità variano notevolmente da un soggetto all’altro. Il cane appare comunemente riluttante a muoversi, perché cerca di proteggere l’articolazione dolente. Si riscontra anche una modificazione del modo di correre, in quanto l’animale cerca di proteggere l’articolazione dolente assumendo una nuova andatura, che richieda minor movimento a livello dell’anca. L’animale può manifestare un quadro clinico caratterizzato da difficoltà ad alzarsi, a procedere ad andatura normale e a sdraiarsi, e mostrare dolore in seguito a manualità sugli arti posteriori.

 


Il controllo della malattia

Non essendo ancora state identificate le mappe genetiche del cane e quindi non essendo ancora stati identificati i geni responsabili della malattia per poter individuare i soggetti portatori, il controllo di queste razze può essere effettuato oggi solo attraverso lo screening del fenotipo (ossia come sono fatte le articolazioni) dei riproduttori e di quanti più parenti possibili. Il controllo del fenotipo, infatti, avviene attraverso lo studio radiografico delle articolazioni delle anche e lo studio viene eseguito all’età minima di un anno, per essere certi che le anche abbiano completato il loro sviluppo. L’età minima richiesta è di 12 mesi per tutte le razze, eccetto però quelle giganti (alani, molossi , s. bernardo , terranova , mastino napoletano) per le quali è di 18 mesi; altra eccezione riguarda razze come Leonberger, Rottweiler, Briard, Grande bovaro svizzero e Bovaro del Bernese per le quali l’età è di 15 mesi. Per i soggetti che vengono radiografati ad un’età superiore si deve tener conto delle modificazioni artosiche secondarie. L’esame radiografico viene effettuato sul cane anestetizzato o profondamente sedato e mantenuto in decubito dorsale.

Modalità di controllo della displasia nel mondo

In tutti i paesi dove la displasia si è sviluppata sono diventati operativi dei programmi di controllo che, presuppongono dei protocolli ufficiali tali da rendere accreditate, a livello nazionale ed internazionale, le certificazioni conseguite. Per la diversità temporale ed ambientale in cui si sono sviluppate tutte queste esperienze nei vari paesi del mondo, sono stati utilizzati diversi sistemi per il controllo e la classificazione della displasia dell’anca ed ancora oggi sono difficili i confronti tra le certificazioni emesse dai vari paesi e dalle varie organizzazioni.La Commissione Scientifica della FCI ha cercato di razionalizzare la classificazione della displasia dell’anca proponendo una classificazione in cinque gradi (A,B,C,D,E) che è stata adottata da molte nazioni e che permette comunque un confronto con quelle utilizzate in altri paesi che hanno mantenuto le loro precedenti classificazioni. La classificazione della FCI, ulteriormente suddivisa in sottoclassi (A1, A2; B1, B2; C1, C2; D1, D2; E1, E2) permette un immediato confronto ed una facile comparazione con le diverse classificazioni di Stati Uniti d’America, Regno Unito, Finlandia, Olanda, Svezia e Norvegia.

   

Posizionamento  coretto del bacino per l'esecuzione della esenzione ufficiale


Protocollo e classificazione FCI

Le norme per l’esecuzione e l’interpretazione delle radiografie sono state formalizzate come riportato di seguito:A) l’età minima per la lettura dei radiogrammi è di un anno e, per le razze giganti, di un anno e mezzo.B) i cani devono essere identificati attraverso sistemi di riconoscimento quali tatuaggi o microchip. La stessa identificazione deve comparire sul pedigree e sul radiogramma.C) Sul radiogramma deve comparire il numero di identificazione del soggetto esaminato, la data in cui è stato effettuato ed il simbolo D ed S che identifichi sulla radiografia l’anca destra o l’anca sinistra del cane. D) Il proprietario deve sottoscrivere l’autenticità dell’identità del cane radiografato. Il proprietario deve inoltre autorizzare il veterinario affinché possa trattenere la radiografia. Il veterinario deve confermare di aver verificato l’identità del cane, dichiarare se abbia sottoposto l’animale a sedazione o ad anestesia e se il cane è stato giudicato sufficientemente rilassato.E) Le radiografie dovranno essere archiviate in un archivio centralizzato.F) La diagnosi dovrà essere posta sulla scorta di almeno una proiezione radiografica ventro-dorsale con le zampe estese (posizione standard 1). Potrà essere analizzata anche una seconda radiografia con le zampe flesse (posizione standard 2).G) La radiografia dovrà avere una misura minima da contenere almeno entrambe le anche ed entrambe le rotule.H) La qualità tecnica delle radiografie dovrà consentire una diagnosi accurata dello stato delle anche.I) Se le regole precedenti non sono rispettate integralmente le radiografie dovranno essere respinte. J) Le radiografie dovrebbero essere interpretate da un esperto accreditato o da un gruppo di lettori scelti dal club di appartenenza del cane radiografato.K) Ogni centrale di lettura nazionale dovrebbe consentire la possibilità di appello rivolgendosi alla centrale di lettura del Comitato Scientifico della FCI.

 

 Radiografia dell'Anca



Descrizione delle classi di displasia

Queste classi fanno riferimento ai cani di età compresa fra uno e due anni, sulla scorta della valutazione della proiezione ad arti tesi:A) nessun segno di displasia (GRADO A): la testa del femore e l’acetabolo sono congruenti. Il margine acetabolare cranio-laterale appare netto e leggermente arrotondato. La rima acetabolare è sottile ed uniforme. L’angolo acetabolare secondo Norberg è di circa 105° o superiore.Nelle anche giudicabili eccellenti il margine acetabolare cranio-laterale include la testa del femore ancora di più in direzione latero-caudale.B) anche quasi normali (GRADO B): la testa del femore e la cavità acetabolare sono leggermente incongruenti e l’angolo secondo Norberg è di circa 105°, oppure l’angolo di Norberg è inferiore a 105°, ma il centro della testa del femore si trova medialmente rispetto al margine acetabolare dorsale mentre la testa del femore e l’acetabolo sono congruenti.C) leggera displasia dell’anca (GRADO C):la testa del femore e l’acetabolo sono incongruenti, l’angolo secondo Norberg è di circa 100° e/o sussiste un leggero appiattimento del margine cranio-laterale dell’acetabolo. Sono presenti lievi irregolarità o leggeri segni di artrosi a carico del margine acetabolare craniale, caudale o dorsale od in corrispondenza del collo o della testa del femore.D) displasia di grado medio (GRADO D): è presente un’incongruenza evidente tra testa del femore e cavità acetabolare con sublussazione. L’angolo acetabolare secondo Norberg è compreso tra 90 e 100°. Sono presenti segni riferibili ad osteoartrosi ed è evidente l’appiattimento del margine acetabolare cranio-laterale.E) displasia grave (GRADO E): sono presenti modificazioni displastiche evidenti delle articolazioni coxo-femorali quali lussazione o marcata sublussazione, l’angolo acetabolare secondo Norberg è minore di 90°, c’è appiattimento del margini acetabolare craniale, deformazione della testa del femore (testa a fungo, appiattita) o altri segni di osteoartrosi.Questa classificazione deve essere fatta sulla scorta del solo referto radiografico e deve essere il più obiettiva possibile. Lo schema di classificazione può essere adattato a cani più anziani tenendo in considerazione i segni secondari di artrosi in relazione all’età del cane.Sono adatti alla riproduzione solo i soggetti appartenenti alle tre categorie “a”, cioè normale (HD A), quasi normale (HD B) ed ancora ammesso (HD C) quest’ultimo grado può non essere ammesso per alcuni club di razza (es. doberman).


         

Grado di displasia :  A-B-C-D-E- 

 

Tratto da:
"DISPLASIE DI SVILUPPO DELL'ANCA E DEL GOMITO NEL BOVARO DEL BERNESE"
Tesi di laurea anno accademico 2000/2001 del dr. Mai Fiorenzo, che si ringrazia per la gentile concessione.

 


Come difendersi dalla displasia dell'anca


Considerato che tutte le razze canine, di taglia media, grande e gigante, sono potenzialmente portatrici di questa patologia, come si fa, se si vuole acquistare un cane appartenente a queste categorie, ad evitare, o meglio, a ridurre il rischio di comprare un cucciolo che un domani potrebbe essere displasico?

I casi sono due: o si acquista un cucciolo di età superiore ai 6 mesi già radiografato (come fanno quelli che cercano cani molto pregiati per le esposizioni e la riproduzione) scelta difficilmente praticabile e molto costosa; oppure si richiedono cuccioli che vengono da allevamenti che utilizzano per la riproduzione soggetti selezionati come esenti. Ovviamente, prima di tutto, bisogna sapere se per la razza che c’interessa viene fatta selezione, per esempio, se abbiamo deciso di comperare un Pastore Tedesco, un Labrador, o un Bovaro del Bernese, questi sono sottoposti a selezione, se decidiamo invece di comperare un Bulldog Inglese, questi assolutamente non lo sono.

Come si capisce se un soggetto è stato selezionato?

Tutti i soggetti ammessi alla riproduzione sono stati sottoposti ad un esame radiografico ufficiale e presentano sul loro certificato genealogico un timbro della centrale di lettura con la lettera “A” o comunque un certificato rilasciato dalla F.C.I. (o da una società affiliata: in Italia Ce.Le.Ma.Sche. e F.S.A.) che attesta l’avvenuto riconoscimento. Ogni allevatore non ha difficoltà ad esibire i certificati dei genitori dei cuccioli in vendita. Non è il caso di fidarsi di quegli allevatori che dicono “non si preoccupi i cani sono a posto” o “glielo assicuro io, in trent’anni che allevo non ho mai visto un cane displasico” (perché se una cosa non la cerchi è sicuro che non la trovi); oppure esibiscono certificati non ufficiali (anche se redatti da un veterinario). E’ sempre bene tener presente che non è il cucciolo di tre mesi che acquistiamo che è esente da displasia, ma lo sono i suoi genitori, è quindi può anche capitare che da due supercampioni possa, a volte, nascere un cucciolo displasico e purtroppo l’allevatore non può saperlo prima, ma può solo risarcirvi il cucciolo.

Come si fa a sapere che il soggetto scelto non è displasico?

Purtroppo non è ancora possibile al momento della vendita (che di solito avviene a 2 o 3 mesi) capire se il soggetto in questione svilupperà, o meno, la patologia. Non è in grado l’allevatore, non è in grado il veterinario, e nemmeno l’acquirente. Per cui bisogna

portarsi casa il cane tenendo ben presente che il cucciolo appartiene ad una razza potenzialmente displasica. Diventa così indispensabile seguire le indicazioni che l’allevatore da (a voce o per iscritto) per una buona cura e manutenzione del cucciolo, specialmente attenendosi ai consigli nutrizionali, per i quali va in ogni caso consultato anche un Veterinario.

Una corretta nutrizione ed una corretta curva di crescita consentono al cucciolo di limitare notevolmente l’aggravarsi d’eventuali lesioni di cui potrebbe essere portatore.Per esempio: se un cucciolo è geneticamente destinato ad avere un giudizio HD “C” (che lo ammette lo stesso alla riproduzione), con una scorretta alimentazione, peso eccessivo (specialmente nelle razze a rapido accrescimento), e attività motoria inadeguata, il suo giudizio al momento della determinazione ufficiale può essere “D” o peggiore, quindi essere escluso dalla riproduzione.

Eseguire sempre una o più radiografie di controllo durante la crescita del cane, qui è il Medico Veterinario che deve indirizzarvi verso il più corretto modo di procedere, in modo da venire a conoscenza il più precocemente possibile di eventuali problemi, ed attuare le strategie più adatte al caso. Generalmente la prassi è quella di eseguire la prima radiografia ad un’età non inferiore ai 6 mesi, ma le forme più gravi possono essere diagnosticate già all’età di 4 o addirittura di 3 mesi; è sempre bene attrezzarsi per tempo.

Ho un cane displasico, adesso che faccio?

La gestione di un cane displasico è un argomento delicato, ma non drammatico, che va sempre trattato con il proprio Veterinario di fiducia il quale potrà proporre le varie alternative terapeutiche a disposizione a seconda della gravità della patologia, la razza, l’attitudine, l’indole ed il valore del cane. Non dimeno vanno tenute in considerazione la sensibilità e la disponibilità economica del proprietario, anche perché certe volte vengono consigliati degli interventi che possono superare di gran lunga il valore commerciale del cane e non sempre sono indispensabili per garantire una vita etologicamente soddisfacente al cane. Il consiglio che troppo spesso viene dato: “che cosa le interessa del costo, tanto dopo si fa risarcire dall’allevatore” non sempre, anzi raramente, ha maturato i frutti sperati.


Vediamo ora per sommi capi quali sono le diverse opzioni terapeutiche:

 1)Protesi totale d’anca: si tratta della sostituzione in toto dell’articolazione coxo-femprale; consiste nell’asportazione della testa del femore e dell’escavazione dell’acetabolo. L’articolazione è sostituita con una protesi in acciaio e teflon. Si può effettuare su tutti i soggetti, anche con lesioni artrosiche gravi in stato avanzato. La funzionalità dell’articolazione è completamente ripristinata ed il dolore è eliminato totalmente. E’ un intervento praticato raramente in quanto necessita un’altissima preparazione professionale, una eccellente dotazione strumentale ed è di difficile gestione del periodo post operatorio, il costo è molto elevato e frequenti sono i casi di danneggiamento della protesi (il cane non conosce l’uso delle stampelle, e quando vede un gatto non sta a pensare alle sue protesi).


2)Triplice Osteotomia Pelvica: é un intervento complesso che ha come scopo ristabilire la congruenza tra la testa del femore e la cavità acetabolare stimolandone un accrescimento corretto dell’articolazione. La tecnica prevede la resezione delle tre branche del coxale, in modo da liberare l’acetabolo dai vincoli con il resto del bacino, facendolo così ruotare in modo tale da ricoprire nuovamente la testa del femore, in seguito l’acetabolo è stabilizzato nella sua nuova posizione da una particolare placca con viti che lo collega alla branca iliaca, le altre due branche (pubica ed ischiatica) si salderanno da sole in seguito . E’ l’intervento più praticato necessita di una alta preparazione professionale, una buona dotazione strumentale, il postoperatorio non presenta eccessive difficoltà gestionali. Tra le sue limitazioni elenchiamo l’età del cane, si può fare solo su soggetti abbastanza giovani, che non abbiano terminato lo sviluppo acetabolare, non presentano alterazione morfologica della testa e dell’acetabolo tali da precluderne la congruità, in fine non abbiano ancora sviluppato lesioni artosiche secondarie. Anche in questo caso il costo dell’intervento può essere un fattore limitante.


3)Tettoplastica acerabolare: questo intervento (meno invasivo dei precedenti) ha come scopo di allungare il margine dorsale dell’acetabolo in modo da fornire un maggiore appoggio sulla testa del femore. Viene effettuato mediante un prelievo di “listelli” ossei dall’ala dell’ileo che verranno infissi a palizzata in alcuni fori predisposti sul margine acetabolare dorsale. Da buoni risultati nel migliorare la deambulazione e diminuire il dolore.

4)Sinfisiodesi pubica: questa tecnica si basa sul principio di bloccare l’accrescimento del bacino a livello del della sinfisi pubica, l’accrescimento mantenuto a livello della sinfisi sacro iliaca provocherà una rotazione verso l’esterno del margine acetabolare dorsale in modo da portarlo ad una maggiore copertura della testa del femore. La tecnica da i migliori risultati se applicata su cani molto giovani, 3-4 mesi al massimo, su cani più anziani i risultati sono mediocri in virtù dell’ormai consolidato accrescimento del bacino, inoltre è nuova ed i risultati sono ancora fonte di discussione nella comunità scientifica.La particolarità di questa tecnica è che l’intervento non lascia traccia sull’animale adulto ciò apre la porta anche a considerazioni etico-professionali, in quanto è migliorativa del giudizio finale del soggetto operato, il quale potrebbe anche essere ammesso alla riproduzione non avendone le caratteristiche genotipiche.


5)Ostectomia della testa del femore: prevede l’asportazione della testa del femore allo scopo di alleviare il dolore dell’artrosi il cane anche senza teste è in grado di camminare ugualmente, anche se con incedere non perfettamente saldo, e condurre uno stile di vita più che accettabile. E’ un intervento semplice e dai costi contenuti, si attua su quei cani che presentano gravi problemi deambulatori legati al dolore dell’articolazione. E’ l’intervento più praticato.


6)Pettineotomia: è un reperto archeologico della chirurgia, si praticava quando parecchi anni fa vi era la convinzione che una delle cause della displasia dell’anca fosse una contrattura, o un mancato sviluppo del muscolo pettineo (quel muscolo cordoniforme che sta al centro del piatto interno della coscia). Con la sua resezione si riteneva di annullare una forza che tendeva ad estrarre la testa del femore dall’acetabolo. Non è da fare!

7)Terapia medica conservativa: non tutti i cani con displasia dell’anca devono o possono per forza essere operati, molti soggetti clinicamente manifesti, anche con gravi sintomi (deambulazione ridotta, riluttanza a stare in piedi e al movimento), rispondono in modo eccellente alla terapia con anti infiammatori non seroidei (FANS). In medicina veterinaria, abbiamo ora a disposizione, nuove molecole con elevata efficacia ed effetti collaterali ridotti al minimo (CARPROFEN e MELOXICAM), che adiuvati da integratori alimentari di nuova concezione, sono in grado di ridurre la sintomatologia algica ed in alcuni casi di riparare le cartilagini distrutte durante le varie fasi del processo infiammatorio. Emblematico il caso di questo labrador che mi è stato portato alla visita non più in grado di camminare giacché le anche, entrambe lussate, gli provocavano grave dolore alla minima manipolazione, la muscolatura ormai gravemente ipotrofica non garantiva più la stazione quadrupedale. Con tre mesi di terapia antinfiammatoria e condrotrofica, moderato esercizio fisico ed alimentazione equilibrata, il cane pur dimostrando un peggioramento del quadro radiologico (già disastroso all'inizio) ha riacquistato la funzionalità deambulatoria, nel giro di un anno la capacità deambulatoria era tornata normale e cosi anche il trofismo muscolare, potendo anche saltare su e giù dalla macchina, fare le scale, e rincorrere la pallina. Tuttora sta facendo una vita normale.

Radiografia delle anche di un Labrador Retriever con una situazione drammatica curata con scelte alternative

In conclusione la displasia dell'anca è una patologia seria ma non drammatica, complessa, di difficile eradicazione dalle razze canine che colpisce (a meno che non si voglia snaturare la morfologia dei soggetti). Gli Allevatori ed i Veterinari Ufficiali coalizzano il loro sforzi per ridurne il più possibile l'incidenza nella popolazione. Chi acquista un cane, deve essere conscio di questa situazione e a sua volta collaborare con i primi nel fare progredire la ricerca nei confronti di questa patologia. Ciò che frena maggiormente la ricerca è la scarsa collaborazione degli acquirenti che cercano tutte le garanzie possibili al momento dell'acquisto, ma poi si dimenticano di fare la loro parte per ottenere previsioni sempre più attendibili.

Mi spiego meglio: ogni allevatore quando vende un cucciolo, prega ed implora l'acquirente di portarlo, alle età prestabilite, a fare i controlli radiografici. Perché? perché il modo migliore per valutare un riproduttore non è valutare solo le sue articolazioni, ma valutare il numero più alto possibile dei suoi figli. Questo parametro si chiama affidabilità riproduttiva ed è l'unico che da con certezza la capacità riproduttiva di uno stallone. Più figli sono radiografati più affidabile è il giudizio di quello stallone o quella fattrice. Se noi dobbiamo scegliere da chi fare coprire la nostra cagna, per ottenere cuccioli sicuramente non displasici, che stallone dobbiamo scegliere? uno stallone con giudizio "A" che ha fatto cento figli e solo tre o quatto sono stati radiografati ufficialmente con giudizio "A"; o uno stallone con giudizio "B" che a fatto cento figli di cui novanta radiografati con giudizio "B"? Io sceglierei il secondo che è il più affidabile.Questo lo posso fare solo se i vari proprietari dei cuccioli di un determinato stallone si sono presi la briga di fare le radiografie ufficiali. Il più delle volte questo non capita e gli allevatori sono obbligati a coprire con stalloni che non hanno il grado di attendibilità desiderato; perché chi acquista il cane per la casa ed il giardino non s’interessa di questi problemi, e di quel cane non sene sa più niente bello o brutto che sia, salvo però ripresentarsi pieno di pretese se qualcosa non va.

       Grado A                                    Grado 0:0

 

Quindi per avere un cane non displasico le cose da fare sono essenzialmente tre:

1) Conoscere la patologia.

2) Affidarsi a professionisti seri e preparati.

3) Collaborare con loro per lo sviluppo della razza che tanto si ama, tanto da spendere tanti soldi per acquistare un esemplare.

.............. a, dimenticavo

4) Un po’ di cu..... fortuna, non guasta!




 


 

Continua Capitolo 8: I METODI DI PREVENZIONE DELLA DIPLASIA DELL'ANCA di Tullio Mille




 
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