10_La Diavoleria della Displasia: Siamo sicuri della assolutamente condizione invalidante delle Patologie articolari?
3) Siamo sicuri della assolutamente condizione invalidante delle Patologie articolari?
Non
è mia intenzione criticare e neppure analizzare la procedura e le
politiche di miglioramento genetico nella Riproduzione e Selezione delle
Razze Canine, ma piuttosto chiarire, per quanto, e ci tengo a
precisarlo, dedotto, solamente ed esclusivamente, dalla mia esperienza
personale, quanto questa problematica delle Patologie Ereditarie delle
Anche e dei Gomiti abbia un peso reale sulla vita del cane.
O,
piuttosto, non sia, invece, una “fobia” nata da una condizione moderna
di eccesso di auto-immedesimazione emotiva, di cui in verità il
Veterinario dovrebbe essere del tutto scevro, e che spinge verso l’ansia
da sofferenza e anticipa una disperazione del tutto immaginaria, ma
fortemente stressante, che nasce, quasi sempre da un mancato vissuto
“concreto” con il cane ed è figlia di una informazione del tutto
teorica, spesso, malata di “eccesso di amore verso gli animali”, che
induce ad una senso di colpa trasfigurato nella sofferenza di un animale
che sembra, e davanti ai soprusi umani, spesso, lo è anche davvero,
essere del tutto indifeso.
La bellezza della Natura è incredibile...ma servono occhi per vedere!!!
Abbastanza
normalmente, nella Storia dell’umanità, vediamo trasformare un eccesso
di irrazionale ferocia e aggressività verso il prossimo, il diverso, sia
esso un essere umano o animale o vegetale o, infine, più globalmente la
condizione ecologica, da condannare e/o degradare moralmente sino alla
disindividualizzazione, quasi sempre come un comportamento che nasce da
nascoste, e irrisolte, paure ataviche, e che, di solito, finiscono per
essere sfruttate ideologicamente e politicamente, in un sentimento
diametralmente opposto ed esageratamente sensibile alla emotività che
esalta e legittima l’eccesso, appunto, opposto del sentimento di ferocia
e aggressività, appena vissuto e ancora non del tutto “perdonatosi”, e
che, abitualmente, e normalmente del tutto ben nascosto, a sua volta
viene sfruttato ideologicamente e politicamente.
Escludo, e
mi rifiuto, di pensare ad altre motivazioni, meno nobili, che potrebbero
spingere a preferire l’intervento chirurgico ad una cura alternativa e
che la ricerca della presunzione dei segni della patologia, con uno
screening precoce, abbia altre finalità che non quelle della
prevenzione, come molte malelingue invece spesso sottintendono nella
critica della scelta preferita dal Veterinario.
Non sempre tutto è bianco o nero...
esiste un infinito universo di colori e di sfumature
Ma
al di là della discussione sulla metodologia d’indagine e la
disomogeneità di Lettura delle Radiografie e della Classificazione dei
Risultati di tali Letture, e al di là di non essere un Metodo
“scientifico” d’indagine che sia stato capace e, molto probabilmente,
neppure che sarà capace, in un prossimo futuro, a produrre un
miglioramento sul piano concreto della “qualità” delle Strutture
Articolari e sulla “Salute” Genetica del Cane, sia per una “deficienza”
strutturale del “Metodo” sia per una sua applicazione “viziata”
politicamente, la questione che produce il “tormento” è legata alla sua
estensione alla Diagnosi Precoce che condanna, oggigiorno, quasi
certamente, un cucciolo, “non perfetto” da un punto di vista
Radiografico, e, indipendentemente dalla sintomatologia, all’intervento
chirurgico ancor prima di aver sviluppato la sua struttura ossea in
maniera completa solamente sul pronostico “intellettuale” che un domani,
da adulto, questo cucciolo dovrà soffrire “terribilmente” e in modo
del tutto “invalidante” e che renderà la sua vita un “inferno”, ipotesi
tutta da dimostrare essere vera.
Si è talmente convinti di
ciò, almeno lo è il mondo scientifico “intellettuale”, che il chirurgo è
disposti ad ignorare l’inferno che il cucciolo dovrà subire nel periodo
dello sviluppo più importante per la formazione della sua personalità
al fine che questa gli apra la strada ad una vita da adulto felice ed
equilibrata.
Ma siamo veramente sicuri che il cane soffra
davvero così tanto e in modo cosi invalidante e che la Patologia
Displasica diventerà una condizione che renderà la vita del cane un vero
inferno?
Talmente tanta “certezza” sulla futura
destinazione disgraziata del cucciolo che vale la pena rovinare e
rendere un inferno tutta la parte più importante e bella della sua
infanzia e della sua gioventù?
Una interrogazione che avanzo
a ragion veduta, perché è strano che, a me, personalmente, che di cani
non ne ho visti pochi, non sia mai, e poi mai, capitato di vederne uno, e
dico anche solamente uno, di questi cani claudicanti e disperati?
Siamo
sicuri che l’ Imperfezione Articolare sia una condizione tanto nuova,
legata alla moderna condizione del vivere, e della recente selezione del
cane di razza e che in tutti questi passati millenni ( e sembrano
essere più di 16000 gli anni di convivenza con l’uomo, almeno dai
reperti archeologici più recenti) il cane fosse sempre stato un animale
perfettamente sano, da un punto di vista articolare ?
Cambiano le stagioni...cambiano i punti di vista
Sembrerebbe
piuttosto improbabile e fantasiosa la “storiella” che solamente ora il
cane cominci a manifestare problematiche articolari così gravi da dover
“zoppicare” per forza e da non poter più deambulare normalmente e da
essere condannato presto, e in giovane età, a “bloccarsi” nella
possibilità di movimento e non essere più in grado di alzarsi da terra.
Ma
ad una conclusione sensata ci possiamo arrivare anche da soli, senza
essere dei “tecnici” o dei Veterinari, e capire solamente con un po’ di
buon senso, che in questa prospettiva così apocalittica, qualcosa non
va.
Basta fare mente locale, e interrogarci, su quante volte
per strada abbiamo incontrato un giovane Golden o Labrador, o qualunque
altro cane, che facesse fatica a camminare e/o zoppicasse così
vistosamente?
Praticamente Mai!!!
E, allora, dove sono tutti questi cani patologicamente condannati dalla Displasia?
Personalmente,
sino ad ora, e non ho avuto pochi cani di “casa” e di Allevamento, non
ho mai fatto operare un mio cane per un problema di Displasia delle
Anche e dei Gomiti, e non certamente perché non mi siano mai capitati.
La
convinzione della relativa necessità di intervenire chirurgicamente,
nasce, come già detto, solamente ed esclusivamente, dalla mia personale,
ma per nulla insignificante, esperienza vissuta direttamente e
realmente in 27 anni di Cinofilia attiva sia nel settore
dell’Addestramento, con tutte le Razze, che in particolare, negli ultimi
10 anni, specialmente, con i Golden e Labrador Retriever, nonchè nel
Handling e nella frequentazione e partecipazione delle Expò e, infine,
non di poco conto, con un’esperienza durata 20 anni nella conduzione di
un Centro Cinofilo, organizzando una discreta quantità di Gare di
Agility Dog, in collaborazione con il Gruppo Cinofilo Veronese e l’ENCI,
e con, tra l’altro, una Pensione a 5 stelle, oltre che con una
ulteriore, non poco significativa, esperienza di allevamento con i
Rottweiler, i Terrier Neri Russi e i Jack Russell Terrier, per, infine,
concentrarmi, da 15 anni, solamente, nell’ Allevamento dei Golden e
Labrador Retriever, e nella mia carriera, ancora in essere, ho fatto
“lastrare” ufficialmente 88 Golden e 77 Labrador con la Ce.Le.Ma.Sche e
per ora una decina di Golden e Labrador direttamente in Inghilterra
presso la BVA.
Uno dei miei "straordinaria" Rottweiler, Romina di Casa Meroni
Ma
voglio far leva su di una analogia molto calzante come esempio,
sebbene, è vero, forse in forma, un po’ spiccia, ma decisamente
chiarificatrice e molto più convincente di qualsiasi argomentazione
intellettuale di confutazione, e quindi vi chiedo di fare un piccolo
sforzo di immaginazione e che vi spostiate sul piano della Medicina
umana, senza, ovviamente, entrare nel merito “scientifico” della
questione, ma solamente prendendola come una “storiella” simile a quelle
che i genitori raccontano ai figli per cercare di trasmettere più il
valore etico-morale del contenuto che la realtà storica della vicenda
raccontata, ricorrendo alle informazioni che potete avere con una
semplice autoimmedesimazione o sentendo in giro la “gente” che vi stà
vicina, se, fortunatamente, non siete mai stati afflitti direttamente da
questo “male” del secolo, tipico, della stazione eretta dell’uomo, che è
il “mal di schiena”, che può andare semplicemente dal famoso “colpo
della strega”, a livello muscolare oppure può riguardare una risposta
sintomatica all’abituale “non corretta” posizione della schiena tenuta
durante il lavoro, la guida, o per la mancanza di movimento, ma può
anche essere “ereditata” dall’asse famigliare, e dipendere, quindi,
anche dalla nostra genealogia, come una fragilità che ci può colpire al
di là di una condizione traumatica o altro, e, ancora, può sfociare in
una condizione progressiva di peggioramento fino ad usurare i dischi
intervertebrali e produrre un loro assottigliamento, oppure addirittura
un loro collasso, più o meno parziale, producendo la formazione
dell’ernia interdiscale.
Che fantastico il nostro Bozo...il nostro angelo custode
Vi parlo da pragmatico e anche
protagonista che ha visso tale esperienza direttamente, in forma
abbastanza lieve, personalmente, ma che ha vissuto, soprattutto, e con
grande preoccupazione e considerevole ansia dovuta alla paura che
potesse ricapitare, come è di fatto possibile in qualsiasi momento, una
situazione di ernia al disco, vissuta, con momenti veramente drammatici e
terribili, da mia Moglie Paola, e che ho assistito nella tormentata
fase di ricerca di “Risposte” e di cure presso tutta una serie
eterogenea di “Specialisti” ognuno con la sua “Verità”, ma che, alla
fine, non promettevano nulla di certo, e che prendevano immediatamente
le distanze da ogni responsabilità legata al risultato del metodo di
cura proposto, come risposta più o meno necessaria alla Patologia.
Non
la voglio farla troppo lunga sulla cronostoria delle nostre dirette
vicissitudini ma solo fare delle considerazione, unicamente fondate sul
buon senso e null’altro, sulla analogia con quanto succede,
parallelamente, al cane per la questione, per tanti motivi, “molto
analoga”, delle displasie delle anche e dei gomiti, dove il Cane,
insieme naturalmente al suo Proprietario, vive una situazione in bilico
tra una serie di alternative per nulla facili da scegliere sulla base di
quanto prospettato da chi propone la “cura” e ne prospetta la
destinazione in mancanza di essa.
Di fatto la scelta finale,
che si riduce poi, molto semplicemente, tra intervenire
chirurgicamente, con tutti i rischi legati all’atto operatorio e al
sacrificio post-operatorio, e scegliere la strada delle terapie
alternative di vario tipo, motorio, farmacologico e d’accortezza nella
compensazione opportuna nei vari movimenti a rischio, con il rischio,
ogni tanto, di recidive che si imparano a gestire con l’intelligenza
dell’esperienza accumulata.
L'eleganza di un grande Campione del Mondo Elmar Nocni Boure
con mia Moglie Paola come Handler, una coppia esplosiva
Personalmente
posso solamente ringraziare il Dottor Nivio Jucopilla che, infine, dopo
innumerevoli voci diverse, ci ha convinti, a suo tempo, di non
intervenire chirurgicamente sulla schiena di mia moglie, pur essendo un’
eminente chirurgo egli stesso, e altrettanti ringraziamenti dovrei fare
alla mia Fisioterapista e ad un medico alternativo Indiano, nostro
compaesano, molto controverso e criticato dal mondo scientifico di cui
egli stesso faceva parte, il Dott. Tekkekera, che con una ginnastica
molto particolare ma, infine, anche molto semplice e naturale, e dei
massaggi idonei fatti con balsami “molto profumati” hanno saputo far si
che ormai mia moglie non soffra, praticamente, quasi più di questo
problema.
Chi ha provato il dolore provocato da una ernia
“infiammata” sa di cosa parlo, perché si vive con l’incubo che possa
ricapitare.
La decisione d’operare con un intervento
chirurgico ci è stato, ovviamente, più volte palesato e con molta
sollecitudine e raccomandazione, sempre senza garanzie sicure e
sollevandosi il “chirurgo” da ogni responsabilità, ma, comunque,
alludendoci sempre alla necessità dell’ intervento come l’unico vero
metodo di correzione di tale patologia.
Forse quel chirurgo
ci credeva davvero alla necessità dell’intervento, e avrà le sue ragioni
al riguardo, sicuramente tratte da un’esperienza personale, oltre che
bibliografica, ma noi siamo contentissimi di non aver scelto la via
chirurgica e, al momento, non ci siamo ancora pentiti di ciò, e siamo
sempre più convinti nel credere che l’intervento chirurgico debba essere
considerato come l’ultima spiaggia da percorrere solamente in
condizioni estreme, insopportabili, e non più gestibili con scelte
alternative.
Perché, per il Cane, invece, non “dubitiamo”, e
ci arrendiamo, quasi immediatamente e “ciecamente”, alla logica del
“pensiero scientifico” del Chirurgo-ortopedico, facendoci subito
convincere dalle sue prospettive “terrificanti”, elargite sulla base
della sua conoscenza teorica e bibliografica, riguardanti le prospettive
di vita “anticappata” del nostro “povero” e “disgraziato” cucciolo …che
proprio a noi doveva capitare…, e non cerchiamo almeno delle
alternative diverse prima di giungere alla de-cisione estrema?
Siamo
sicuri che non lo facciamo per “pigrizia mentale”, perché non vogliamo
fare la fatica di prendere decisioni che ci impegnano, e si sviluppano,
nel tempo, e che non tagliano l’ansia dell’attesa, convincendoci per ciò
facilmente per un’ intervento chirurgico, visto come riparatore
piuttosto, che come atto finale e convincendoci che è la scelta più
giusta solamente perché è quella più rapida, immaginando chissà quali
sofferenze future per il cane, e per la nostra emotività, e già si vede
infrangere il sogno di una tranquillità famigliare, serena e vissuta
felicemente con il nostro compagno a quattro zampe, che la completa
nella sua interezza?
Se dovessimo decidere per noi, per vostra moglie o per i vostri figli, cosa fareste?
Posso immaginare la risposta.
Ma
allora perché non alimentate il dubbio, e non lasciate anche qualche
speranza, e date una piccola “change”, anche al vostro cucciolo per
poter, almeno, finire di crescere?
Cosa dire poi del’ipotesi di un “intervento precoce”?
Ovvero,
come dire: operiamo prima che sia veramente necessario, dato che
sappiamo che la genelogia potrebbe portare alla probabilità che il
“male” venga trasmesso al di là delle possibilità traumatiche del suo
apparire, così almeno forse l’ernia al disco di mia moglie non sarebbe
mai comparsa?
Se venisse proposto nella Medicina umana suonerebbe come una pazzia inaudita!
La Radiografia "terribile" di Giulio che, scampato all'intervento chirurgico, continua a giocare e
a divertirsi con il suo Padrone ignorando ogni logica ortopedica
E
nel caso del vostro cucciolo, solamente perché è un Golden o Labrador
Retriever, sarà veramente necessario cercare a tutti i costi la
Patologia al suo ipotetico nascere, necessario a tal punto, da preferire
di operarlo preventivamente solamente sulla base di una diagnosi di
presunzione o di un sospetto che estende la sua ragione ad un futuro di
vita disperata del tutto teorica?
Ho visto molti casi di
Displasia sia delle Anche che dei Gomiti, più o meno gravi, non
compromettere per nulla la vita del cane e la sua attività fisica e,
nonostante l’imperfezione, essere del tutto asintomatici e ho anche
visto casi di zoppia, supposti legati a tali situazioni anormali,
risolversi fino alla normalità da soli, con il tempo come unica cura, e
immagino con un’autolimitazione e capacità del cane a “compensare” i
“difetti” e facendo lavorare in modo “diverso” altre “leve di lavoro”
predisposte a produrre il movimento nelle sue varie flessioni.
La
“compensazione” è uno dei comportamenti che un bravo Giudice di
valutazione morfo-funzionale sa cogliere con significato e, con la sua
intelligenza “da specialista”, ricondurre al “difetto” della parte
responsabile di questo sbilanciamento nella logica di trasmissione del
movimento dell’apparato locomotorio.
Sappiate per certo che
se un Allevatore afferma di non aver mai prodotto cani displasici, o non
è un vero Allevatore, che faccia un discreto numero d’accoppiamenti e
con una conseguente produzione di un discreto numero di cuccioli, oppure
è uno bugiardo, perché non è possibile allevare solamente soggetti che
siano assolutamente esenti da questo rischio.
Ne consegue
che più o meno, in base al numero di soggetti prodotti, statisticamente
capiterà che, prima o poi, anche l’Allevatore, più bravo e fortunato,
avrà tenuto un soggetto preferito di una cucciolata per destinarlo alla
riproduzione, nel proprio Allevamento, che al momento dei controlli
ufficiali, ad un anno oppure anche prima, sia risultato “non idoneo”
alla riproduzione.
In questo caso l’Allevatore cosa fa?
Almeno
nel mio caso, cede il giovane cane con la massima trasparenza, e la
massima tranquillità, indicando le imperfezioni e la loro gravità, ad
un’acquirente che non ha finalità riproduttive e che magari preferisce
spendere qualcosa di meno.
E, sino ad ora, o mi è sempre
andata bene, cosa molto poco probabile in 20 anni d’Allevamento, o le
cose stanno diversamente da come vengono propagandate da coloro
promettono prognostici “terrificanti” sul futuro del cucciolo
displasico, se non si interviene subito chirurgicamente.
Una corretta costruzione fa vivere meglio !!!
E
fin ora tutti questi soggetti, che ho dato in Adozione, non hanno mai
dato alcune problematiche sintomatiche tali da non permettergli di fare
comunque una vita dignitosa e felice, e tutti coloro che li hanno
adottati sono rimasti pienamente soddisfatti della bella esperienza,
fatta, per altro, ad un costo ridotto o, addirittura, del tutto
simbolico!
Normalmente questi soggetti, che, per altro, sono
sempre, normalmente, anche, la “mia” prima scelta fatta nella
cucciolata, vengono presentati sul mio sito come cani “in adozione” e
godono anche del vantaggio di essere quasi sempre seguiti, nell’aspetto
comportamentale, direttamente da me e di godere già di una buona
socializzazione e di una discreta educazione di base.